Dal 2004 al 2011 Acrobazie è stata la nostra palestra. Il titolo del progetto, a cura di Elisa Fulco, è diventato nel tempo una sorta di Manifesto: un modo di essere e di guardare la realtà che rivendica il piacere di saltare da una disciplina all’altra, collegando e associando mondi diversi.
Per anni ci siamo esercitati nel mettere insieme artisti contemporanei (Sandrine Nicoletta, Marcello Maloberti, Sara Rossi, Francesco Simeti, Flavio Favelli e Luigi Presicce) con autori outsider residenti stabilmente all’interno dell’ospedale psichiatrico Fatebenefratelli San Colombano al Lambro (MI); dialogando con UniCredit, sponsor del progetto, e con la comunità dei dipendenti, coinvolgendo contemporaneamente alcune delle principali imprese del Made In Italy (Alessi, Borsalino, eni, Guzzini), nel sostenere Acrobazie tecnicamente, concettualmente ed economicamente, nella produzione di mostre, di workshop e di cataloghi di rara bellezza.
Da questa esperienza è nata la consapevolezza e la fiducia che fosse possibile rendere comunicanti arte contemporanea, outsider art, welfare e cultura d’impresa, il mondo profit con quello del no profit, purché capaci di creare un contesto e una storia in grado d tenere insieme più punti di vista: bellezza e senso per esempio. Abbiamo capito sul campo che cosa fosse e che cosa dovrebbe essere la responsabilità sociale d’impresa, in cui prendersi cura di un archivio, o di una comunità, è parte di un’analoga visione, che presuppone cura, investimento e tempo.
Da allora non abbiamo più smesso di creare racconti e progetti, mettendo insieme pezzi “diversi”, capaci di intercettare l’interesse reale delle persone, lavorando sull’ascolto, sulla qualità della narrazione e sulla bellezza di mostre e di cataloghi, usando l’arte e la creatività come strumenti di trasformazione e di coesione.