Arte della Libertà. Diario di un modello inclusivo

Un diario di bordo per raccontare il lato invisibile che "L'Arte della Libertà" porta con sé.

6 agosto 2020 –

Ci sono progetti che necessitano di racconti, di immagini, di colonne sonore, di momenti in cui occorre avere strumenti per fermare e documentare “Quello che rimane”.
Per questa ragione, abbiamo pensato che il diario fosse lo strumento perfetto per seguire il lato “invisibile” che L’Arte della Libertà porta con sé, per raccontare in tempo reale il dietro le quinte di un “processo” durato un anno, che si è svolto all’interno e all’esterno della Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone di Palermo.

Un diario di bordo per accogliere la voce e i bisogni inespressi dei protagonisti (essere soggetto e non oggetto di formazione, per esempio), che difficilmente dialogano insieme: persone detenute, artisti, operatori penitenziari, inclusa la polizia penitenziaria, operatori socio-sanitari e operatori culturali.

Per registrare quello che è accaduto durante il workshop con l’artista Loredana Longo, e restituire le idee, le riflessioni che hanno portato alla costruzione delle opere da parte del gruppo di lavoro, all’installazione Volare per una farfalla non è una scelta.

Per fermare l’attesa e il valore di un laboratorio permanente, di una stanza tutta per noi; per spiegare la forma che hanno avuto le lezioni di arte contemporanea, gli esperimenti fatti con gli artisti invitati e quali i musei cittadini e i luoghi scelti per le visite guidate.

Ma anche per raccontare che cosa è accaduto attorno a noi durante il progetto: una selezione di mostre, libri, video che ci hanno accompagnato e sollecitato a riflettere su un carcere aperto e diverso, in cui l’arte e la cultura ribaltano i punti di vista e sfatano pregiudizi; il primo e più diffuso è che “L’Arte della Libertà”, e più in generale questo tipo di progettualità, abbia come unici beneficiari i detenuti.

Nella nostra esperienza, siamo stati tutti noi, con i nostri ruoli diversi, ad aver beneficiato dell’orizzontalità dei processi artistici, dell’umanità di un modello alla pari che nasce dal Chiamarsi per nome, il titolo che abbiamo scelto per il documentario del progetto.


Un “modello”di art care che si presta ad essere replicato e adattato a contesti diversi, che va conservato e messo in sicurezza perché  dimostra che è possibile tenere insieme bellezza, welfare giustizia sociale.  Interventi in catalogo di Raffaele Bonsigonore, Presidente Fondazione Sicilia; Carlo Borgomeno,  Presidente Fondazione CON IL SUD; Elisa Fulco e Antonio Leone, Co -curatori; Sergio Paderi, psichiatra e referente scientifico ASP;Giulia Ingarao, storico dell’arte e referente didattica; Simone Lucido, sociologo, referente monitoraggio.

L’Arte della Libertà è un progetto a cura di Elisa Fulco (Associazione Acrobazie) e Antonio Leone (ruber.contemporanea), ed è sostenuto da Fondazione con il SUD e Fondazione Sicilia, con la partnership della Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone di Palermo, della Galleria d’Arte Moderna di Palermo e dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo.
Da febbraio 2019 a febbraio 2020 il progetto ha dato vita a un laboratorio artistico permanente nel polo didattico del Carcere Ucciardone, ospitando un calendario continuativo di appuntamenti, dentro e fuori il carcere, con testimonianze dei protagonisti dell’arte e della cultura (workshop, lezioni d’arte contemporanea, conferenze a cui hanno preso parte Stefania Galegati, Giulia Ingrasso, Sandrine Nicoletta, Valentina Morandi, Marco Mirabile e Ignazio Mortellaro), oltre a un’articolata proposta di visite guidate nei principali luoghi culturali della città. Design del catalogo Alessandra Maiarelli.

Arte, impresa e sociale. Le acrobazie non si fanno mai da soli

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